Ecco perchè la decentralizzazione è “disruptive”

dom perignonImmaginate di cenare in un ristorante di lusso.

Da bere chiedete del Dom Perignon del 1996, ma come fate a sapere che quello che vi portano sia proprio Dom Perignon del 1996? A meno che non siate dei super-esperti, in grado di riconoscere addirittura l’annata di un vino semplicemente assaggiandolo, dovete fidarvi.

E non dovete fidarvi solo del ristoratore! Dovete anche fidarvi del sommelier, del fornitore del ristorante, del produttore… Insomma, di tutta la catena produttiva e distributiva che ha seguito la bottiglia dal produttore fino a voi.

Inoltre, qualora secondo voi non fosse Dom Perignon del 1996, dovrete sporgere denuncia e confidare nel procedimento giudiziario (a meno che il ristoratore non vi abbuoni la bottiglia…).

Questo perchè sebbene ci siano delle leggi che stabiliscono che non si possa contraffare una bottiglia di vino, non avete alcuna certezza che queste leggi siano state rispettate da tutti lungo la catena produttiva e distributiva (la cosiddetta “supply chain“). E, qualora non lo fossero state, lo potete scoprire solo dopo che vi avranno truffato.

La decentralizzazione risolve questo problema. Ovvero, se fatta bene, una piattaforma decentralizzata funziona solo se tutti i suoi utilizzatori rispettano sempre e con precisione assoluta tutte le regole contenute nel suo protocollo. In altri termini tutte le informazioni contenute in una piattaforma decentralizzata rispettano per forza (direi: “per definizione”) il protocollo su cui questa si basa (se la piattaforma è fatta bene).

Pertanto, a meno che il produttore non abbia etichettato come Dom Perignon del 1996 un’altra bottiglia prodotta in precedenza, se la bottiglia è registrata su una piattaforma decentralizzata come Dom Perignon del 1996 allora potete essere certi che lo sia. In una piattaforma decentralizzata ben fatta infatti non c’è modo di falsificare un dato una volta registrato. E ci sono vari modi per assicurarsi che il dato relativo a quella bottiglia sia collegabile solo a quella bottiglia, ed a nessun altra.

Ecco perchè la decentralizzazione è disruptive: non c’è più bisogno di doversi fidare di qualcuno per essere certi che un’informazione rispetti alla lettera un preciso protocollo, tanto che non c’è più nemmeno bisogno di verificare. E’ matematico: tutte le informazioni contenute all’interno di una piattaforma decentralizzata ben fatta rispettano con precisione assoluta il protocollo su cui la piattaforma si basa. Se non è disruptive questo…!

PS: tra l’altro esistono già progetti basati su blockchain per la tracciatura del vino, come OpenVino, o quello di EY Italia.

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