Origine della moneta

LE ORIGINI

PERCORSO DAL BARATTO ALLA VALUTA DI OGGI, I PRO E CONTRO.

LE ORIGINI DELLA MONETA

La storia della moneta ha le sue origini nel VII secolo a.C. in Lidia, dove il re Creso creò “l’elettro” costituito da una lega di oro e argento, seguito nelle polis greche dal Dracma.
Ma perchè venne creata la moneta? Per rispondere a questa domanda bisogna fare un lungo balzo all’indietro e tornare alle origini dell’economia quando il commercio era rappresentato dallo scambio di beni tra due soggetti: il baratto.
Con il baratto non era possibile scambiare in modo efficiente le quantità di beni necessari: pensiamo ad esempio ad un falegname che aveva bisogno di grano in un determinato momento; poteva accadere che il produttore di grano non avesse bisogno di legno; quando il produttore di grano invece aveva bisogno di legno poteva accadere che non avesse grano disponibile da scambiare.
Per agevolare gli scambi era necessario uno strumento che permettesse al falegname di comprare grano senza necessariamente scambiare il suo legno e permettesse al produttore di grano di comprare legno senza dover scambiare grano: per soddisfare tali esigenze nacque la moneta.

LE FUNZIONI DELLA MONETA

Tre sono le funzioni della moneta:
1) Unità di conto: è l’unità di misura del valore dei beni da scambiare; in questo modo tutti i beni esistenti vengono misurati con le stesse unità;
2) Strumento di pagamento tramite il quale è possibile scambiare i beni in qualsiasi quantità e tempo; ogni bene viene misurato e riceve un prezzo in base alle unità di moneta necessarie per acquistarlo;
3) Riserva di valore: la moneta può essere conservata e utilizzata nel futuro senza che si deteriori.

Con la moneta il falegname e il produttore di grano non avranno più problemi a scambiare le proprie merci.

IL VALORE INTRINSECO

Originariamente il valore della moneta corrispondeva al valore del metallo prezioso utilizzato per coniarla, chiamato valore intrinseco: una moneta composta da determinati grammi d’oro valeva di più di una moneta composta dagli stessi grammi d’argento e molto di più di una di bronzo. Tale corrispondenza di valore era una garanzia per i commercianti che accettavano con sicurezza il pagamento con monete di metallo prezioso, dato il loro riscontrabile valore. Possiamo quindi accostare il concetto di valore intrinseco (anche chiamato valore d’uso) al costo di produzione della moneta.
Comprendere questo concetto è essenziale per capire che cos’è il signoraggio che verrà di seguito spiegato.

IL BIMETALLISMO NEL MEDIOEVO

Nel medioevo si affermò il sistema del bimetallismo che prevedeva l’utilizzo di due monete di cui una aurea, di maggior valore, e una argentea, di valore intermedio. Ogni stato lo marchiava col sigillo del proprio re e lo accettava come strumento di pagamento.

IL VALORE ESTRINSECO

Durante il medioevo si comincia a vedere la differenziazione tra valore intrinseco e valore estrinseco, cioè il valore di scambio attribuito alla moneta, anche chiamato valore nominale. Ciò accadde quando gli stati iniziarono a mescolare metalli non preziosi all’oro e all’argento nelle monete che venivano considerate di pari valore a quelle costituite da solo oro e argento. Le prime pur avendo un valore estrinseco pari alle seconde, hanno un costo di produzione (valore intrinseco) minore. Molti commercianti non accettavano tali monete poichè erano fortemente legati al valore intrinseco della moneta, un principio di economia reale oggi scomparso.
Oltre a questo lo stato che coniava la moneta chiedeva, solitamente, un piccolo dazio per la lavorazione. Facciamo un esempio molto pratico: chi portava dell’oro per un valore di 100, riceveva in cambio monete d’oro per un valore di 98; il 2 di differenza costituiva il dazio per la coniazione della moneta. Nasce il signoraggio, cioè il guadagno ottenuto dalla differenza tra valore estrinseco e valore intrinseco in luogo della coniazione di moneta.

LA NASCITA DELLE BANCONOTE

Con il passare del tempo le monete hanno presentato diversi problemi: innanzitutto più gli scambi e la ricchezza dello stato crescevano, maggiore era la necessità di moneta per gli scambi, ma l’offerta di metalli preziosi era difficilmente controllabile. Inoltre presentava non pochi problemi di sicurezza il trasferimento di grandi somme di denaro per il rischio di furti o di perdita; inoltre il trasferimento di grosse quantità di monete comportava costi di trasporto elevati.
Per fronteggiare tali problemi sono nate le banconote e, con esse, le prime banche: nel trecento d.C. la prima banconota si chiamava “nota di banco” ed era rilasciata dai neonati banchieri in garanzia dell’oro depositato dal detentore. In altre parole chi depositava oro presso le banche riceveva un documento cartaceo che gli garantiva il diritto di ritirare in qualsiasi momento tale quantità di oro; la nota di banco poteva essere liberamente scambiata ed era accettata per convenzione secondo il valore nominale indicato su di essa (valore estrinseco).

IL SIGNORAGGIO BANCARIO

Nel settecento il numero di transazioni in moneta metallica è calato conseguentemente all’aumento delle transazioni attraverso moneta cartacea e il numero di conversioni delle banconote in oro è diventato molto raro, dati i vantaggi del pagamento tramite moneta cartacea.
A questo punto le banche cominciavano a svolgere una nuova attività: l’emissione di nuova moneta cartacea, cioè la stampa di nuove banconote senza deposito di oro (quindi senza alcuna garanzia) e il prestito di tali banconote (l’attuale debito) a chiunque ne avesse bisogno, in cambio della promessa di della stessa quantità di valore (il capitale prestato) più un interesse. In questo modo le banche, oltre all’interesse, si appropriano di un reddito dato dalla differenza tra il valore del capitale prestato e l’esiguo costo di stampa cartacea: è il signoraggio bancario.

SOLDI, cos’è la moneta?

SISTEMA GOLD STANDARD

Approfittando del fatto che quasi più nessuno ritirava l’oro depositato nelle banche, i banchieri prestavano somme maggiori di quelle realmente detenute con il risultato che le banconote non avevano più la garanzia di copertura in oro.
In questo modo l’oro perde gradualmente la sua funzione di mezzo di scambio e assume il carattere di riserva delle banche (riserva aurea) utilizzata per limare i deficit delle bilance commerciali (deficit che si verifica quando un paese acquista da un altro beni e servizi in valore superiore al valore delle vendite).
La riserva aurea è alla base del Sistema aureo o Gold standard adottato a partire dal XVIII secolo dall’Inghilterra poi seguita dalle altre grandi nazioni europee (tra cui l’Italia nel 1873) e poi giunta oltre i confini europei in Russia nel 1893, in Giappone nel 1897, in India nel 1898, negli Stati Uniti nel 1900.
Con questo sistema l’argento ha perso definitivamente il valore commerciale che aveva posseduto nei secoli precedenti e segnava la fine del bimetallismo.

LA GRANDE DEPRESSIONE E LA CRISI DEL GOLD STANDARD

Il sistema aureo perdurò fino alla grande depressione del 1929, una crisi causata delle azzardate politiche dei governi adottate per regolare i deficit della bilancia commerciale: tali politiche miravano alla svalutazione della moneta per far crescere le esportazioni giocando sulla competitività del cambio; le conseguenze furono disastrose poichè le entrate nazionali diminuirono e con essa la domanda interna, causando elevata disoccupazione e il declino del commercio mondiale.

BRETTON WOODS: GOLD EXCHANGE STANDARD

La fine del sistema aureo si inaugura il nel luglio del 1944 a Bretton Woods dove viene decretato l’inizio di un nuovo sistema chiamato Gold exchange standard, basato su rapporti di cambio fissi tra le valute, tutte agganciate al dollaro, il quale a sua volta era agganciato all’oro.
Le caratteristiche principali della conferenza di Bretton Woods erano due: la prima, l’obbligo per ogni paese di adottare una politica monetaria tesa a stabilizzare il tasso di cambio ad un valore fisso rispetto al dollaro, che veniva così eletto a valuta principale, consentendo solo delle lievi oscillazioni delle altre valute; la seconda, il compito di equilibrare gli squilibri causati dai pagamenti internazionali, assegnato al Fondo Monetario Internazionale (o FMI).
Il piano istituì sia il FMI che la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (detta anche Banca mondiale o World Bank). Queste istituzioni sarebbero diventate operative solo quando un numero sufficiente di paesi avesse ratificato l’accordo. Ciò avvenne nel 1946.
Nel 1947 viene firmato a Ginevra, da 23 Paesi, il GATT (General Agreement on Tariffs and Trade, cioè Accordo Generale sulle Tariffe ed il Commercio), un accordo internazionale, per stabilire le basi di un sistema multilaterale di relazioni commerciali con lo scopo di favorire la liberalizzazione del commercio mondiale. Il GATT fu sostituito nel 2008 dal WTO (World Trade organization, cioè Organizzazione mondiale del commercio) firmato da 153 Paesi a cui si aggiungono 30 Paesi osservatori, che rappresentano circa il 97% del commercio mondiale di beni e servizi.

LA NASCITA DELL’EURO

L’Euro è la valuta comune ufficiale dell’Unione Europea . Il debutto dell’euro sui mercati finanziari risale al 1999, mentre la circolazione monetaria ha effettivamente avuto inizio il 1 gennaio 2002 nei dodici paesi dell’Unione che per primi hanno adottato la nuova valuta.
La Banca Centrale Europea (BCE) è la Banca Centrale incaricata dell’attuazione della politica monetaria per i diciassette paesi dell’Unione Europea che hanno aderito all’euro. La quota della BCE sul totale delle banconote in euro emesse trova contropartita nei crediti nei confronti delle Banche Centrali Nazionali (BCN), crediti, di natura fruttifera, iscritti alla voce “crediti interni all’eurosistema: crediti derivanti dall’allocazione delle banconote in euro all’interno dell’eurosistema.

LA MONETA OGGI

La storia della moneta ha visto l’oro perdere la valenza commerciale che aveva potuto vantare nei secoli precedenti. Infatti come risulta dal Modern Money Mechanics (pubblicazione della Federal Reserve Bank di Chicago, la Banca Centrale Statunitense) la riserva aurea è stata sostituita dalla riserva frazionaria costituita da depositi di contanti o di attività facilmente liquidabili: ciò significa che su un deposito di 100 una sua frazione viene detenuta come riserva e il resto prestata. La frazione di 5/100 ad esempio permette il prestito di un capitale di 95. Tale sistema può sopravvivere solo se è limitata la liquidazione dei depositi (infatti ad esempio nei conti correnti è possibile prelevare solo una piccola frazione del totale); in realtà se domani tutti coloro che hanno depositato denaro liquido in una banca chiedessero la liquidazione del conto, tale banca non potrebbe soddisfare tutti (anzi solo una piccola frazione), ma dovrebbe dichiarare default. Ma come per l’oro qualche secolo prima, anche oggi chi apre depositi o conti correnti in banca raramente chiede l’intera liquidazione.
Il ruolo di riserva si è trasferito dall’oro alle banconote e alle altre attività liquide.

POTERE DI EMISSIONE E SIGNORAGGIO BANCARIO SECONDARIO

Nei sistemi monetari attuali il potere di emissione della moneta, del reddito da signoraggio e della riscossione di interessi appartiene esclusivamente alle Banche Centrali, tuttavia le banche ordinarie continuano in un certo senso, a “produrre moneta” non certo stampando banconote proprie ma attraverso l’emissione di strumenti di pagamento bancari (moneta che non rientra nella base monetaria, come i conti correnti) a fronte del deposito di banconote. Il reddito che ne deriva è chiamato signoraggio bancario secondario.

“Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione”

Henry Ford