E’ la stessa piattaforma alla base del boom bitcoin

COME FUNZIONA: GLI SCAMBI – DI OGNI TIPO – NON SONO GARANTITI DA UN ENTE TERZO MA SONO VALIDATI DAI “NODI”, OSSIA DAI SOGGETTI STESSI CHE PARTECIPANO, COME IN UN SOCIAL NETWORK. IL CASO BITNATION

Milano I l nome bitcoin è ormai entrato nel vocabolario comune. E non solo di coloro che più di altri si interessano di realtà virtuale. Meno conosciuta è la tecnologia sottostante che ha permesso lo sviluppo della criptomoneta, che risponde al nome di blockchain. In estrema sintesi, il bitcoin è la valuta digitale che può essere scambiata per effettuare transazioni finanziarie, tra tutti coloro i quali hanno deciso di aderire al sistema di questa moneta “alternativa”. Il concetto “rivoluzionario” alla base del bitcoin è il fatto che gli scambi non sono garantiti da un ente “terzo” ma dal sistema stesso: tutte le transazioni per essere valide devono essere garantite dai “nodi”, in sostanza da tutti coloro i quali aderiscono al sistema. I quali mettono a disposizione la potenza di calcolo dei loro computer, mentre un algoritmo – in modo del tutto casuale sceglie il nodo (che in gergo tecnico si chiama miner) che di fatto assicura validità alla transazione stessa.
In questo modo, ogni operazione risulta tracciabile, praticamente inattaccabile dall’esterno. Perché dopo essere stata validata, la transazione viene salvata in un registro pubblico diffuso e duplicato su tutti i nodi della rete.

La transazione risulta quindi «irrevocabile e non più ripudiabile». Chi permette tutto questo è il “paradigma” tecnologico che risponde al nome di Blockchain.
Come spiegano gli esperti della società Reply «il modello si basa sulla combinazione tra firma digitale e marca temporale: il primo garantisce che il mittente e il destinatario di ogni transazione siano identificati in modo certo, il secondo che siano validati dal nodo scelto casualmente grazie a un modello matematico, comunicato nel registro di tutti gli altri nodi e reso pertanto irreversibile ».
Un sistema che ha funzionato per il bitcoin e che può essere applicato a tutte le transazioni finanziarie. Ma i campi di applicazione della blockchain potrebbero essere molteplici. Una caso emblematico su tutti: il sistema di certificazione potrebbe risolvere l’annosa questione dei diritti legati a un’opera d’arte digitale, al momento facilmente riproducibile con un semplice copia-incolla. Per non parlare di quello che si potrebbe fare nel campo delle identità personali.

Esiste già una piattaforma denominata Bitnation che offre in modo virtuale i servizi di una nazione, concedendo cittadinanza e garantendone la tenuta dei dati anagrafici. L’applicazione pratica è quella di offrire una cittadinanza a chi non ne ha una o la ha persa, come sta accadendo a migliaia di persone, tra profughi e rifugiati, in questo momento. Lo stesso può avvenire per le coppie di fatto, perché blockchain offre la possibilità di creare un registro dove poter depositare certificati di nascita, morte, accordi di convivenza.
Ma c’è il rischio che si tratti solo di una moda, di un gran dispendio di energie, competenze e risorse che non portino ad alcun risultato pratico? Ce chi ne è convinto, sostenendo persino che potrebbe essere pericoloso affidare la certificazione di diritti patrimoniali a un algoritmo piuttosto che a un pubblico ufficiale.
Mentre i notai si difendono sostenendo con una certificazione elettronica sicura e affidabile esiste già, sotto forma di registri immobiliari e registri delle imprese.

Per la maggior parte degli esperti siamo di fronte a una tecnologia che per certi versi ha mosso solo i primo passi e che avrà bisogno ancora di 4-5 anni per raggiungere una massa critica tale da ottenere risultati concreti. Ma che si sta espandendo più rapidamente del previsto, grazie agli investimenti arrivati in primis dai colossi finanziari che ne hanno intuito le potenzialità economiche.

Forse non bisognerà aspettare tutto questo tempo.  Bit Nation Governance, esempio di utilizzo della tecnologia Blockchain nelle iniziative umanitarie. In questo caso si tratta di aiuti ai rifugiati politici

 

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