Crepe nell’area euro: C’è il primo Stato con la doppia moneta. L’Estonia vuole battere criptomoneta

L’Estonia potrebbe diventare il primo paese al mondo a emettere cripto-moneta. Molti ci stanno lavorando in realtà, ma l’Estonia sembra avvantaggiata. Lo farà con il lancio di una “Initial coin offering” (ICO o Offerta di moneta iniziale, ndr) per finanziare un ulteriore sviluppo della sua infrastruttura digitale.

Leggiamo sul Corriere: “La proposta di creare le «Estcoins» è stata lanciata dal direttore esecutivo del programma e-residency dell’Estonia, Kaspar Korjus, sul suo blog e rafforzerebbe il ruolo di leadership nel digitale del piccolo Paese baltico. Anche se altri Paesi hanno lanciato sperimentazioni su monete digitali, «l’Estonia ha un chiaro vantaggio in quest’area grazie alla sua infrastruttura digitale avanzata e al suo programma di e-residency. Nessun altro Paese è così vicino a sviluppare sia la tecnologia sia il quadro legale che permetterebbe di introdurre e gestire in modo sicuro dei crypto-asset commerciabili a livello globale», ha scritto Korjus.

Le «Estcoins» dovrebbero essere riservate ai partecipati al programma e-residency, che prevede la possibilità di concedere la cittadinanza elettronica a tutti i cittadini del mondo.

Secondo Korjus, «le identità digitali sicure usate dagli e-residenti sono il meccanismo ideale per commerciare in modo sicuro crypto-asset in un ambiente digitale affidabile e trasparente. Le monete non possono essere contraffatte e il controllo del governo significa che non possono essere usate per attività illegale». Tuttavia, solo nel corso del tempo «le Estcoins potrebbero essere anche accettate come pagamento sia per i servizi pubblici che privati — ha precisato Korjus — ed eventualmente funzionare come una moneta affidabile usata a livello globale».”

Scrive Gian Maria De Francesco su il Giornale:

Ciò che conta veramente nella proposta di Korjus, tuttavia, è la necessità dell’Estonia di ampliare la propria massa monetaria (ossia il denaro in circolazione) cercando di attrarre capitali esteri disposti ad acquistare gli estcoin per procedere a nuovi investimenti digitali.

È proprio questa l’esigenza che ha decretato negli ultimi anni il successo delle monete complementari e delle monete virtuali. E che oggi spinge il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, a inserire come priorità del programma di centrodestra la creazione di una doppia valuta: una nuova lira da affiancare all’euro per espandere la quantità di moneta circolante nel nostro Paese e aumentare potenzialmente la propensione ai consumi e agli investimenti.

Le monete complementari consentono, infatti, ai loro proprietari di comprare beni e servizi offerti da specifiche comunità. L’obiettivo è quello di stimolare l’economia a livello locale o nazionale. Il più antico esempio è il Wir svizzero, creato a cavallo della grande crisi del ’29 per stimolare le imprese a reinvestire i propri capitali.

Oggi conta più di 62mila aderenti per un bilancio complessivo di circa 4 miliardi di franchi svizzeri (3,6 miliardi di euro). Lo stesso principio vale per l’Ithaca Hours di Ithaca (Stato di New York) e per il Bristol pound dell’omonima cittadina britannica. Un’esperienza simile al Sardex, un circuito telematico cui si sono iscritte migliaia di partite Iva sarde.

Chi produce o vende beni di interesse per il mercato si iscrive, apre un conto e si fa intestare a debito una quota di valuta pari alle necessità con le quali potrà effettuare spese o investimenti. Se riuscirà a vendere i propri prodotti ad altri, porterà il proprio conto in pari o in attivo. In ogni caso, il risparmio di liquidità sarà notevole. L’euro non basta più: in Estonia come in Italia.

Link ad articolo orginale

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *